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Mobilizzazione e manipolazione della colonna vertebrale

A cura del Prof. Dr. Carlo Motta – Specialista in Ortopedia e Traumatologia

Testo approvato dall’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Brescia – Prot. 5510 RM/ba2 del 22.10.2001

La mobilizzazione vertebrale / manipolazione è un trattamento manuale diretto, volto ad eliminare la sintomatologia dolorosa in alcune manifestazioni patologiche della colonna vertebrale e del bacino. L’artrosi del rachide (o colonna vertebrale) si manifesta con sintomi classici: sciatalgie, lombaggini, cervicalgie, formicolii agli arti, nausea, vertigini; questi disturbi, nella maggior parte dei casi, sono determinati da sublussazione vertebrale, cioè dall’alterazione di posizione di una vertebra rispetto ai metameri vertebrali sopra e sottostanti, dovuti anche a degenerazione discale con diminuzione nell’altezza del disco e restringimento dello spazio tra le singole vertebre.

Questo spostamento che, indirettamente, interessa anche tendini, legamenti e masse muscolari, provoca una restrizione del forame intervertebrale corrispondente, attraverso il quale decorrono formazioni vascolari e nervose che vengono, di conseguenza, compresse e stirate. Dolore, contrattura muscolare e disturbi di vascolarizzazione rappresentano il risultato degli eventi meccanici descritti. Le alterazioni strutturali della colonna vertebrale indotte dalla degenerazione artrosica sono favorite dalle abitudini alimentari, dal tipo di lavoro svolto, dagli atteggiamenti posturali ed, in genere, dalla mancanza di attività sportiva.

Le manipolazioni vertebrali riportano le vertebre sublussate in posizione più corretta e, quindi, più fisiologica, allontanando le spine irritative delle strutture nervose, permettendo il ripristino di un’adeguata vascolarizzazione ed eliminando la componente dolorosa determinata dalla contrazione muscolare.
Non è ovviamente possibile ottenere una riabilitazione strutturale delle vertebre lese poichè l’artrosi è una malattia cronica non suscettibile di guarigione, ma cicli periodici di trattamenti di mobilizzazione / manipolazione permettono al paziente artrosico di condurre una vita più autonoma e socialmente produttiva.

La manipolazione vertebrale elimina, quindi, il dolore agendo sulla causa meccanica, sostituendosi, quando possibile, ai farmaci analgesici e antiflogistici (anti-infiammatori) che, per i loro effetti collaterali, possono essere assunti solo per un breve periodo di tempo. È necessario che i pazienti, prima di iniziare il trattamento manipolativo, vengano accuratamente visitati da medici fisiatriortopediciinternisti. Si attui cioè una selezione che precluda il trattamento ai casi di ipertensione arteriosa grave, tubercolosi vertebrale, grave osteoporosi, neoplasie ossee, etc., condizioni in cui è prevista una probabile intolleranza alle manipolazioni. I pazienti idonei vengono sottoposti ad esami radiologici, in particolare del rachide in toto, eseguiti in posizione ortostatica, cioè di carico, in modo che ogni alterazione della statica appaia evidente.

Occorre avvalersi della collaborazione di un operatore professionalmente accreditato e costantemente aggiornato in quanto deve collaborare con un radiologo e con l’ortopedico-fisiatra per una più precisa definizione del quadro diagnostico-sindromico. Successivamente, effettua, con estrema prudenza, le manovre necessarie al ripristino della funzionalità, anche con l’ausilio di idonei trattamenti meccanici.
È opportuno che, periodicamente, i pazienti vengano sottoposti a visite di controllo che garantiscano una continua assistenza e che creino rapporti di fiducia tra medico e assistito.